E il Frascati scoprì la geologia

A giudicare la qualità di un “Est Est Est” o magari di un “Frascati superiore” non sarà più il vostro sommelier di fiducia ma un esperto…geologo. La bontà del vino è tutta una questione di terra, o meglio degli elementi che costituiscono il suolo dove nasce e cresce la vite.Gusto, sapore, acidità e gradevolezza, infatti, dipendono dai diversi componenti che formano lo strato su cui la vite viene messa a dimora. Il calcio, ad esempio, uno degli elementi maggiori in molti suoli, conferisce finezza e robustezza al vino. Il potassio, invece, comune in molte rocce vulcaniche, dà uve molto zuccherine.

A spiegare qual è il rapporto travino e Geologia e,  soprattutto, cosa c’entrano le rocce con i prodotti vitivinicoli del Lazio, ci ha pensato il professor Maurizio Parrotto del Dipartimento di Geologia dell’ateneo di Roma- Tre. Nel corso di un incontro il docente dell’ateneo ha presentato un singolare saggio dal titolo: “Italian wines and Geology”, “condensato” di un più ampio lavoro in corso di pubblicazione dal titolo “Geologia dei vini italiani”. «Il mosaico di tipi di suoli che ricopre la nostra  regione   ha sottolineato lo stesso Parrotto – è la conseguenza di una storia geologica lunga oltre 200 milioni di anni, una storia di scogliere coralline circondate da mari tropicali, di vulcani, di competizione tra mare e fiumi, con alternarsi  i climi glaciali e interglaciali. Anche l’uomo ha svolto (e svolge) la sua parte, per esempio con le bonifiche, che hanno cambiato radicalmente la vocazione di alcuni ambienti naturali ».

All’appuntamento di ieri presso la sede del  ruppo Hipparcos (via Nomentana 175) oltre alla lezione anche una “prova pratica”. Dulcis in fundo, infatti,dalla lezione teorica si è passati alla pratica, con la degustazione diretta della materia. Il pubblico, infatti, ha potuto degustare vini per le diverse tipologie di rocce e suoli: “Cesanese d’Affile” e “Colli dellaSabina” per le marne, “Est Est Est” e “Frascati” per i tufi, “Nettuno” e ”Tarquinia” per le sabbie eargille recenti. Tutti sapori conosciuti e sconosciuti allo stesso tempo.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it

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