Gigi D’Alessio, al Ventidio sua maestà il re di Napoli
ASCOLI – La notizia del traguardo delle trecentomila copie vendute del suo ultimo cd lo raggiunge ad Ascoli. L’Sms gli è arrivato direttamente sul cellulare poche ore prima del concerto al Ventidio Basso. Completo nero, bottiglia d’acqua al seguito, Gigi D’Alessio, l’ultimo dei romantici, prima di salire sul palco ha voluto presentare personalmente il tour che lo porterà in giro «per l’Italia vera, quella della provincia», come ha tenuto a sottolineare. Ieri sera, dunque, gran debutto in prima nazionale al Massimo cittadino. Chi ha tentato di procurarsi il biglietto all’ultimo momento è rimasto deluso: i magici ”fogliettini” che davano diritto all’ingresso erano andati esauriti già due giorni dopo l’annuncio dell’evento. Un grande successo per Simbiosi, la società che ha organizzato la kermesse, e per la città. «Il teatro? Davvero una bomboniera -ha detto il cantautore partenopeo-. e non fossi venuto mi sarei perso davvero qualcosa di speciale». Gigi D’Alessio ha voluto spiegare la ”filosofia” del suo tour per la Penisola: «Ho sempre cantato in spazi aperti, negli stadi, nei palazzetti dello sport. Da tempo sentivo l’esigenza di propormi in ambiti più ristretti, più intimi. Il teatro -ha continuato- mi sembrava il ”contenitore”più adatto. Si tratta di un esperimento e non so ancora come andrà a finire».«E poi dice ancora- non più in grandi città come Roma, Napoli, Milano, ma in piccoli centri per dare a tutti la possibilità di ascoltare dal vivo le mie canzoni ».
Ma perché proprio il teatro?
«Perché quando finisco una canzone e si accende la luce voglio vedere in faccia le persone che mi stanno a sentire».
Ma ci può spiegare cos’è per lei la ”napoletanità”?
«Una cosa difficile da chiarire. Posso solo dire che uno ce l’ha nel suo Dna».
Prima di cantare per se’ ha scritto tante canzoni per gli altri…
«E’vero, Al Sud è più difficile emergere. Quando ho tentato il salto fuori Napoli, in Italia ero un perfetto sconosciuto. Ma a casa mia ero considerato un ”re”».
Gigi D’Alessio ha cominciato a suonare dall’età di 4 anni. Si è diplomato in pianoforte e ha sempre amato la musica. Ieri, sul palco del Ventidio, c’erano solo due pianoforti, una chitarra e la fisarmonica. Una scelta ”acustica” che l’ha premiato. A salutarlo, oltre al sindaco, anche Mario Bonfiglio, attaccante dell’Ascoli, amico di sempre. Un’ultima domanda, ma perché il titolo dell’album è Buena Vita? «Sono canzoni che mi hanno permesso di vivere una bella esistenza. Spero di infondere la stessa speranza a chi li ascolta ».
Leave a Reply
Want to join the discussion?Feel free to contribute!