Investiamo di più per anticipare il sisma

«Prevedere dove e quando accadrà un terremoto è impossibile, possiamo solo parlare di fenomeni premonitori. Di tutti quegli eventi che accadono prima del sisma. Ed è proprio su questi eventi che si dovrà concentrare la  ricerca nell’immediato futuro».Vittorio Sgrigna, docente di fisica terrestre e fisica della ionosfera all’università di Roma Tre, sta portando avanti un progetto a dir poco originale. «Basterebbe stornare una piccola quota dei finanziamenti utilizzati per lo studio delle fasi successive al terremoto – continua – per attivare una ricerca di base che possa dare risultati tangibili nell’arco di qualche decennio».

 Ma attualmente esiste una ricerca che si  occupa della previsione dei terremoti? 

«Certamente. A parte il gruppo italiano, sono impegnati nella ricerca studiosi di Russia, Giappone,Usa e altri Paesi. Ritengo fondamentale lo studio dei meccanismi che costituiscono la  fase preparatoria del terremoto. Sappiamo che tali fenomeni esistono e sono stati osservati sia dai nostri ricercatori che da altri scienziati. Ma purtroppo non esiste uno studio organico».

Cosa avete scoperto fino ad ora? 

«Sappiamo, ad esempio, che nella zona dove si verificherà un sisma avvengono eventi misurabili come emissioni gassose dal sottosuolo, radiazioni elettromagnetiche e deformazioni locali. Insomma una sorta di pre allarme. Inoltre si rivelerà fondamentale anche lo studio dallo spazio».

Si potranno prevedere terremoti attraverso i satelliti…

«Andiamoci piano, non ho detto questo però si è visto che dallo spazio, a circa 800 chilometri di altezza, nella ionosfera, si possono recepire radiazioni che vengono emanate dalla Terra. Lo studio al suolo e quello dallo spazio potranno dare risultanti interessanti».

C’è in progetto qualcosa?

«Sì,a fine febbraio verrà inviata in orbita, con la Stazione spaziale europea, parte di una strumentazione per lo studio della fase preparatoria di un terremoto. A attivarla sarà ad aprile un nostro astronauta, Roberto Vittori. A settembre, inoltre,un altro satellite metterà in orbita la seconda struttura che fa parte di un progetto denominato Esperia, in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana, per l’investigazione dei terremoti dallo spazio».

Ma quando sapremo dove e in che momento si verificherà un terremoto?

«La risposta è semplice: prima ci occuperemo di questi fenomeni premonitori e prima potremo dare delle risposte».

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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