Cara sono a Roma, arrivo a New York tra 90 minuti
Un’ora e mezza. Minuto più, minuto meno. Così mi dicono.
E’ il tempo che impiegherò per andare da Roma a New York.
Attualmente, in aereo, ci vogliono più o meno nove ore.
No, non prendo il razzo della Virgin Galactic. Neppure il «disco» di qualche Ufo di passaggio e neanche il Lynx, il jet supersonico della Xcor in progettazione da diverso tempo.
Farò affidamento direttamente su un velivolo di prossima realizzazione. Una specie di super Concorde che nascerà da un’intesa siglata con gli Usa.
La notizia arriva direttamente da un astronauta italiano, Roberto Vittori, che nemmeno 48 ore fa a Washington ha firmato il primo accordo tra Enac e Federal Aviation Association sui voli commerciali aerospaziali.
Spogliatosi momentaneamente dell’ingombrante tuta da cosmonauta, Vittori oggi è l’addetto alle questioni scientifiche presso l’Ambasciata italiana.
L’accordo, si legge in una nota diffusa dai due enti governativi, «Avvierà al più presto la sperimentazione di navette spaziali suborbitali anche per il trasporto merci e passeggeri, con l’obiettivo di abbattere notevolmente i tempi di collegamento tra Stati Uniti e altri continenti».
Bella notizia. Ma il fatto ancora più interessante è che l’Italia è il primo Paese a firmare un’intesa del genere.
Per il colonnello Vittori, e c’è da credergli, visto che di viaggi extra orbitali se ne intende, siamo di fronte ad un cambio epocale: «Lo scenario è quello di passare dai voli di linea regolari a 30.000 piedi (circa 9,2 chilometri) a quelli a 300.000 piedi (92 chilometri) con cui si potrà impiegare solo 1 ora e mezza per andare da Roma a New York».
I tempi? E’ ancora presto per conoscere la data del primo viaggio di appena 90 minuti tra Europa e Usa, ma in tanti sono convinti che l’impulso maggiore sarà dato dal coinvolgimento di società e colossi privati.
Spazio, ultima frontiera.
I viaggi del capitano Kirk si fanno ai nostri giorni.
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