Sale in cattedra Mauro Pagani

PORTO SAN GIORGIO – Ci sono note che restano impresse nella mente e che non si dimenticano più. Alcune di queste appartengono a Mauro Pagani, musicista mito nel panorama del rock progressive italiano.Prima nella Pfm e poi  a solista, Pagani ha percorso una lunga carriera piena di soddisfazioni, una carriera che lo pone ancora tra i maggiori esponenti della scena musicale italiana. E proprio l’ex della Premiata sarà il protagonista del quarto appuntamento del progetto di residenze musicali nei Centri Giovanili dei Comuni di Fermo e Porto San Giorgio. Lavorerà per tre giorni con giovani musicisti dei Centri di Aggregazione Giovanile (a Porto San Giorgio quello in Lungomare Gramsci) a partire da oggi, dalle 16 alle 20, fino a sabato 21. E sempre sabato, alle 21.30 presso il teatro Comunale di Porto San Giorgio, ci sarà una performance con i giovani discepoli che hanno seguito i corsi. Alla manifestazione parteciperanno anche gli assessori ai Servizi Sociali di Fermo e Porto  San Giorgio, Mariantonietta Di Felice ed Elisabetta Baldassarri. «Mi piace stare con i giovani. Li trovo molto preparati e  spero che la musica italiana possa avere un nuovo ”Rinascimento” proprio grazie a loro-commenta  Mauro Pagani-. Io sono stato molto fortunato perchè ho avuto la possibilità di suonare con musicisti d’eccezione: prima  con la  Pfm e poi con altri grandi interpreti».

Uno di questi è stato Fabrizio De Andrè?

«Senza ombra di dubbio. Con Fabrizio ho imparato i segreti della canzone d’autore. Per uno come me che veniva dal Rock è stata davvero una bella sperienza. Un’esperienza che è durata ben 14 anni».

Ma rispetto agli anni ’70, cosa è cambiato nella musica italiana?

«Dopo l’età d’oro sono passati oltre 30 anni. I nostri miti erano i gruppi inglesi. Penso ai King Crimson, agli Yes,  i Genesis. Ora abbiamo toccato il fondo ma ritengo che ci stiamo lentamente risollevando».

Cosa intende dire… 

«Paragono la musica al cinema. Ambedue hanno avuto lo stesso percorso in discesa ma ora nel cinema italiano vedo tanti giovani promettenti che fanno ottime pellicole».

E nella musica…Può fare qualche nome?

«Perchè no. Vedo bene Morgan, Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Carmen Consoli e tante altre promesse meno conosciute ».

Ma c’è una formula per il vero successo?

«Nessuna formula, nessun segreto. Dovremmo solo ricombinare quegli elementi che negli anni ’70 hanno dato vita ad una vera e propria rivoluzione culturale ».

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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