Vicino a Proxima Centauri c’è un pianeta simile alla Terra
Non erano corbellerie da spiaggia scritte per fare sensazionalismo.
Le indiscrezioni apparse sui media qualche giorno fa circa (era stato Der Spiegel a dare la notizia) la probabile esistenza di un pianeta simile alla Terra nel Sistema di Proxima centauri, la stella più vicina a noi (solo 4,23 anni luce), sono state confermate oggi dall’Eso nel corso di un incontro con la stampa.
Il primo commento italiano è arrivato da Isabella Pagano, astronoma dell’Osservatorio di Catania dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica).
«E’ il pianeta esterno al Sistema Solare più vicino a noi mai scoperto, è veramente una pietra miliare per l’umanità,. Si tratta di un evento davvero unico -ha continuato- perchè si è finalmente provato che la stella più vicina a noi ha un pianeta nella zona in cui potrebbe esistere acqua liquida e dove anche la temperatura potrebbe essere ideale per l’esistenza di forme di vita»……
Il servizio sul Messaggero cartaceo
LO STUDIO
Da quel genio che ha occupato la cattedra a Cambridge di sir Isaac Newton ci si deve aspettare di tutto. E chissà se Stephen Hawking, tra le tante previsioni, non avesse già intuito la scoperta di un pianeta nel sistema di una stella vicina a noi, tanto da progettare una navetta (vedi il progetto Breakthrough Starshot col miliardario russo Yuri Milner e il patron di Facebook Mark Zuckerberg) per raggiungerlo in tempi relativamente brevi?
Il dubbio rimane, l’unica cosa certa, ed annunciata ufficialmente ieri in Germania dagli scienziati dell’Eso (European Southern Observatory), è che quel pianeta esiste veramente e che si trova straordinariamente vicino a noi: a soli 4,23 anni luce.
LE PRIME INDISCREZIONI
Rumors, pettegolezzi estivi, chiacchiere da spiaggia. Si pensava tutto ciò solo qualche giorno fa, quando la scoperta di un pianeta nei pressi del sistema della stella Proxima Centauri era stata annunciata sulla Grande Rete. Ma quelle che erano state considerate vere e proprie corbellerie si sono poi rivelate vero e proprio oro colato.
Il primo commento italiano è arrivato da Isabella Pagano, astronoma dell’Osservatorio di Catania dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica).
«È il pianeta esterno al Sistema Solare più vicino a noi mai scoperto, è una pietra miliare per l’umanità. Si tratta di un evento davvero unico – ha continuato la ricercatrice – perché si è finalmente provato che la stella più vicina a noi ha un pianeta nella zona in cui potrebbe esistere acqua liquida e dove anche la temperatura potrebbe essere ideale per l’esistenza di forme di vita».
Il pianeta ha già un nome, è stato chiamato Proxima b. Dovrebbe avere una massa simile a quella della Terra o poco più grande. «Quello che sappiamo con certezza è che si tratta di un piccolo pianeta, roccioso, nella cosiddetta zona abitabile, ossia la distanza giusta dalla stella per avere acqua allo stato liquido. Ma è anche vero – ha commentato ancora l’astronoma dell’Osservatorio di Catania-, che Proxima Centauri è una stella attiva, con brillamenti solari carichi di energia. Per questo non siamo in grado di dire se effettivamente il pianeta sia abitabile».
La scoperta è stata già pubblicata sulla rivista Nature a cura del gruppo di astronomi coordinato dalla Queen Mary University di Londra.
LA RICERCA
La stellina nella costellazione del centauro è troppo debole per essere vista a occhio nudo e, come accennato, si trova vicino alla coppia molto più brillante di stelle note come Alpha Centauri AB. «I primi accenni di un possibile pianeta – ha raccontato il coordinatore del progetto dell’Eso, Guillem Anglada-Escudé – erano noti da diversi anni e sono stati osservati di nuovo nel 2013, ma la rilevazione non era convincente. Da allora abbiamo lavorato duro per ottenere ulteriori osservazioni da terra con l’aiuto dello strumento di Eso ed altri telescopi sparsi in varie parti del mondo. Un’attenta analisi dei piccoli spostamenti Doppler – ha detto ancora – ha mostrato la presenza di un pianeta con una massa di almeno 1,3 volte quella della Terra, con un’orbita a circa 7 milioni di chilometri dalla stella Proxima Centauri, solo il 5% della distanza Terra-Sole con un periodo di rivoluzione di quasi 12 giorni». Va detto che l’astro è molto più piccolo del Sole, si tratta di una nana rossa e quindi la sua eventuale fascia di abitabilità è meno distante rispetto alla nostra.
«Anche se il pianeta orbita molto più vicino alla sua stella di quanto Mercurio fa con il Sole – ha ammesso proprio Escudè -, si tratta di un oggetto di gran lunga più debole della nostra stella e il risultato è che Proxima b sia collocato entro i parametri della zona abitabile, con una temperatura superficiale stimata che consentirebbe la presenza di acqua liquida».
PIÙ PIANETI CHE STELLE
La ricerca degli esopianeti prosegue dunque a gonfie vele. Sembrava che con la scoperta di HD 219134b, un pianeta nella costellazione di Cassiopea, distante approssimativamente 20 anni luce, si doveva attendere ancora molto prima di trovare un oggetto ancora più vicino a noi. La scoperta di Proxima b apre scenari inimmaginabili e sovverte l’attuale pensiero. Ora sappiamo che esistono più pianeti che stelle.
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