Da Hal 9000 al supercomputer Galileo

Se Hal 9000, nell’ormai lontano 1968, era in grado di governare l’astronave Discovery nel film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello spazio, il nuovo supercomputer italiano Galileo, appena entrato in funzione, potrà fare certamente molto di più. Per capire la potenza di questo mostro di oltre un peta flops, basti pensare che è in grado di compiere un milione di miliardi di operazioni al secondo. Galileo è operativo al Cineca (Consorzio interuniversitario per la gestione del centro di calcolo elettronico dell’Italia Nord-orientale) di Bologna.  Il progetto è nato dalla cooperazione tra Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) e Università di Milano-Bicocca. Attualmente è il computer più potente d’Italia e va ad affiancare il suo fratellino minore, Fermi. Verrà utilizzato soprattutto nella Fisica delle Alte Energie, della Fisica Astroparticellare e della Fisica Nucleare. Ma anche  se Galileo è la punta di diamante del sistema informatico italiano non riesce ad entrare nella classifica della top ten mondiale. Il più veloce calcolatore al mondo, infatti,  sta in Cina e si chiama Tianhe-2. Nella speciale classifica di Top 500 , una lista online dei più potenti computer del pianeta (l’ultimo aggiornamento risale a novembre del 2014), il mostro cinese è sul podio. Trattasi di un supercomputer sviluppato dall’Università Statale per la Tecnologia della Difesa. Tianhe, in cinese, significa “Via Lattea”  ed è costituito da oltre tre milioni di processori in grado di operare alla  velocità di 33.8 Petaflops al secondo, in parole più semplici è in grado di svolgere circa un quadrilione di operazioni al secondo. Per ora quella dei supercomputer è tutta una sfida tra Cina e Usa. Ma gli americani non ci stanno e hanno già annunciato che costruiranno due supercomputer dalle tre alle cinque volte più veloci di Tianhe-2. La gara è aperta.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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