Quando le tempeste solari mandano in tilt la Terra: ecco i pericoli per il pianeta

Farà veramente paura. Ma dovranno trascorrere altri quattro-cinque miliardi di anni. Diventerà una gigante rossa e avvilupperà a sè anche il nostro pianeta. Per adesso possiamo stare tranquilli, dovremo solamente adattarci ai suoi capricci e alle sue tempeste.

La star, neanche a dirlo apposta, è proprio lui: il Sole, attore principale della prima giornata della XVII International Space Conference in corso a Roma al parco dei Principi.

I primi esperti, provenienti da ben 21 Paesi, hanno discusso gli effetti delle tempeste solari sulle attività umane ieri nel corso del primo dibattito organizzato da Benito Pagnanelli, fondatore e presidente dell’International Space Conference.

Ma cosa dobbiamo aspettarci dalla nostra stella? Quale pericolo corrono aerei, passeggeri e astronauti in orbita durante le attività solari?

OCCHIO AL CIELO
«Intanto dobbiamo dire che proprio maggio rappresenta il mese clou dei questo ultimo ciclo solare – risponde Mauro Messerotti, astronomo ricercatore presso l’Inaf di Trieste e relatore al convegno – Conosciamo ancora ben poco, non abbiamo elementi concreti. Insomma un modello globale dell’attività della nostra stella ancora non c’è. Studiamo il “caso” da soli 300 anni, più o meno trenta cicli solari, su un oggetto vecchio di 5 miliardi di anni».

Messerotti, però, di una cosa è sicuro: «Gli effetti sul nostro pianeta si hanno proprio nella fase ascendente del fenomeno».

«Anomalie, interferenze, black out elettrici avvengono proprio in questi frangenti -continua il fisico triestino-, lo abbiamo constatato più di una volta. Come quando nel Nord del Canada, alcuni anni fa, proprio a causa di una tempesta solare andò in tilt l’intero sistema elettrico di diverse città».

IL CICLO
La novità di questa ultima fase del ciclo solare è emersa alcune settimane fa a Boulder, in Colorado, nel corso dello Space weather workshop. «Diciamo che abbiamo scoperto che anche nell’emisfero Sud del Sole si sta risvegliando una certa attività -conclude Messerotti-. Fino ad ora sotto esame c’era solo la parte Nord. In ogni caso l’attuale fase dovrebbe chiudersi nel 2019».

La tre giorni di Roma prosegue oggi. Si parlerà ancora dei problemi legati alle tempeste e ai cicli solari ma oltre a discutere, scienziati ed esperti illustreranno anche le idee, le proposte e le contromisure adottate nel mondo per arginare tali fenomeni.

«Il nostro scopo è di estendere le conoscenze su quei rischi, di origine naturale o umana, che potrebbero avere effetti anche catastrofici sulle nuove tecnologie e sulle grandi reti – è il commento del patron Benito Pagnanelli – Il summit di Roma sarà anche l’occasione per favorire un coordinamento tra i vari Paesi per affrontare questo genere di rischi e per valutare l’opportunità di costituire un Ente internazionale, di cui faccia parte anche l’Italia, per la sorveglianza di questi fenomeni e la gestione delle grandi emergenze».

Domani è anche previsto un dibattito pubblico sul tema “Oltre i confini della Terra. Vivere e viaggiare nel Sistema Solare” dedicato ai giovani e a tutti gli appassionati della materia. Due le sessioni in programma: quella legata ai rischi di origine naturale e l’altra a quelli di origine umana. Si parlerà anche della probabilità di impatti di meteoriti e asteroidi ma anche della minaccia di quella che viene definita la “spazzatura spaziale”: vecchi satelliti e frammenti di vecchi vettori ancorain orbita. E su tutto una speranza: la creazione di un coordinamento mondiale sul “controllo del cielo”.

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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