Musicultura, sul palco a sorpresa anche i Jethro Tull
ROMA – Alla musica preferiva i campi. Ma anche lui, nel suo settore, fu un pioniere. Chissà cosa avrebbe mai pensato il signor Jethro Tull, di professione agronomo, inventore della prima seminatricemeccanica, se oltre 200 anni dopo il suo nome si sarebbe indissolubilmente legato a quello di un grande gruppo musicale mondiale, una band che ha «seminato» – è proprio il caso di dirlo – oltre 65 milioni di dischi nei quattro angoli del pianeta.
E per il quarantennale dell’uscita di Tick as a brick, il concept album pietra miliare del gruppo, il «menestrello» Ian Anderson, fondatore e unico reduce dell’originaria formazione, ne ha combinata un’altra delle sue e nel periodo compreso tra maggio e novembre di quest’anno ha pensato bene di riportare le note del vecchio e nuovo Tick as a Brick in Europa e Nordamerica.
Alle tre le tappe italiane – Torino (31 maggio), Milano (1 giugno) e Modena (2 giugno) – si è da poco aggiunta anche quella marchigiana di Musicultura, in programma allo Sferisterio di Macerata domenica 17 giugno. Si tratta dell’unica partecipazione della formazione inglese nell’ambito di un festival.
«Ho riascoltato la band dopo tanti anni e ancora meglio di prima – sottolinea il direttore artistico di Musicultura Piero Cesanelli -. Una grande magia perché siamo riusciti ad avere in prestito, come si fa per i dipinti di valore, un grande esemplare della storia del Rock mondiale e penso che Ian Anderson con il suo flauto magico incanterà tutti nella serata del 17 giugno allo Sferisterio e arricchirà la nostra memoria con un momento davvero unico ed irripetibile».
Ma come hanno fatto i marchigiani di Musicultura a convincere una «corazzata» come quella di Ian Anderson ad approdare nel decentrato scalo dello Sferisterio di Macerata, da sempre culla della lirica ?
«Credo che hanno compreso fino in fondo lo spirito del nostro festival -prosegue Cesanelli-, sono convinto che Ian e gli altri abbiano percepito che Musicultura sia un’isola felice dove la musica è pura e senza tanti altri fronzoli. Novità nella novità -spara l’ultima bordata Cesanelli-, è che il trenta per cento dei biglietti sarà in vendita a soli 5 euro».
Ad aprire il festival della canzone d’autore, venerdì 15 giugno, sarà invece, Francesco De Gregori Il primo Thick as a Brick, destinato a diventare un vero classico del Progressive Rock mondiale, torna quindi a nuova luce con la sua seconda puntata. Quaranta anni fa l’album originale era caratterizzato da una copertina inconsueta: una prima pagina di un giornale, l’ipotetico «St.Cleve Chronicle» del 7 gennaio 1972, che raccontava il premio vinto da un poeta-bambino prodigio di 8 anni, tal Gerald Bostock, un personaggio fittizio creato dalla fantasia di Anderson. Il disco divenne immediatamente un successo mondiale tanto da entrare direttamente al primo posto della classifica degli album di Billboard.
E ora Tick as a brick 2: l’avventura dello stesso Gerald Bostock, ormai cinquantenne, e le strade che il giovane scolaro ha intrapreso. Le sue opportunità e il suo destino.
Nel tour italiano ad affiancare Ian Anderson saranno Doane Perry (batter band), John O’Hara (tastiere), David Goodier (basso), Florian Opale (chitarra) insieme alla nuova presenza del cantante e attore Ryan O’Donnel. Tutti musicisti di razza: Tick as a brick, «Duri come un mattone».
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