Fripp, quella volta in convento

Ho postato l’articolo seguente non per una mera questione edonistica ma per ciò che è legato dietro a questro evento e, soprattutto, per descrivere l’incredibile personalità di zio Fripp.

Ebbene in quel periodo, all’epoca del servizio, lavoravo (guardaun pò il destino!) nel capoluogo dorico quando alle 19 un mio amico, chitarrista sfegatato, mi chiama e mi dice: <Ma lo sai che stasera Robert Fripp fa un concerto in un convento? E lo sai dove? In Italia, dalle parti di Fabriano>. Chiudo le pagine del giornale più in fretta che posso, mi organizzo per la partenza e in 1 ora e mezza riesco ad arrivare al convento di Sassoferrato, luogo della session. Purtroppo arrivo con tre minuti di ritardo e non mi fanno entrare, l’ordine di Fripp è tassativo: alle 21,30 chi c’è cè, chi non c’è non c’è. Inutile convincere il mastino davanti all’entrata della chiesa.

Gli irriducibili insistono, io capisco che bisogna giocare di tattica e allora trovo un paesano (per fortuna) a cui chiedo dove sta la Sagrestia. Insomma, alla fine, mi intrufolo dentro la chiesa proprio da qui. All’interno l’atmosfera è suggestiva e irreale allo stesso tempo: un centinaio di giovani (ma anche arzilli vecchietti) divisi in piccoli circoli eseguono brani dei King Crimson e altro. Fripp si sposta da un cerchio all’altro. Pubblico, quei pochi che sono riusciti ad entrare, in religioso silenzio stipati sui banchi della chiesa. Fripp e Company vanno avanti per quasi due ore e alla fine, arrivato il pezzo conclusivo, come per incantesimo il portone della chiesa si riapre e i ragazzi escono in fila con le chitarre fumanti e si recano in Foresteria.

Fripp non parla. Tento di avvicinarmi per dirgli qualcosa ma un gorilla mi distoglie dall’impresa. Il convento ritorna nel buio, il pubblico si dissolve ma io resto lì. Nel frattempo quelli del servizio d’ordine, anche loro allievi di Fripp, se la prendono con due fan che hanno avuto la sfrontatezza di registrare il concerto. Incredibile discussione, intervengo per placare gli animi ma non c’è nulla da fare: il bootleg è sequestrato (illegalmente aggiungo) e i cani da guardia di Robert giustificano l’azione per <Espressa volontà di Fripp a non lasciare tracce della chiusura dell’esperienza dei Guitar Grafty….>. Ad ogni modo serata indimenticabile con uno dei mostri sacri musicali del pianeta.

Se qualcuno volesse seguire le sue “imprese” quasi quotidiane (indispensabile la conoscenza dell’inglese) può seguire zio Robert suhttp://www.dgmlive.com/diaries.htm?entry=22487

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dal 1986 al 1989 a Il Tempo e dal 1990 al 2022 a Il Messaggero, ora collaboratore presso Ultimabozza.it
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