Smart 1 si schianta sulla Luna
ROMA – Da ieri la Luna ha un cratere in più. E’ quello scavato dalla sonda europea Smart 1 che puntualmente, e secondo i piani dell’Esa, ha centrato il suolo nel punto esatto calcolato 36 mesi prima. Alle 7,42, ad una velocità di 7.200 km/h, il bagliore provocato dallo schianto è stato visibile anche ai più potenti telescopi della Terra perché è avvenuto nella faccia visibile del nostro satellite. La missione appena conclusa ha permesso di scoprire la presenza di calcio e magnesio ed è servita a completare la mappatura della superficie, compresa quella dell’emisfero nascosto.
L’avventura spaziale era cominciata il 23 settembre di tre anni fa quando un vettore Arianne aveva portato in orbita il “cubo” spaziale europeo. Poi il viaggio era proseguito con mezzi propri: 64 litri di “propellente” sono bastati ad inserirsi, dopo 14 mesi, nell’orbita della Luna. «Ha usato una sorta di carburante mai utilizzato prima -è stato il commento di Enrico Flamini, responsabile dei programmi di esplorazione del sistema solare dell’Agenzia spaziale italiana-. Il principio si basa sull’espulsione ad altissima velocità di ioni di gas xeno. Il suo innovativo sistema, infatti, ha utilizzato l’energia prodotta dai pannelli solari per produrre il fascio di ioni che hanno poi permesso al motore di spingere la sonda ad una velocità costante e continua». Un po’ come nell’Enterprises, l’ammiraglia della flotta di Star Trek.
«L’apporto italiano è stato di primaria importanza- continua Flamini-. Oltre al motore, il nostro Paese ha messo a punto anche un altro esperimento, quello denominato di Radio scienza che servirà a chiarire aspetti ancora oscuri circa le variazioni della gravità lunare ». Ma l’Esa non si ferma qui. «Nel 2013 con lo stesso sistema di propulsione lanceremo verso Mercurio la sonda Bepi Colombo -conclude Flamini- un pianeta ancora misterioso conosciuto solo per il 45 per cento». Intanto l’Europa mette a punto il programma Aurora, l’ambizioso piano spaziale che prevede una spedizione umana su Marte per l’anno 2030.
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